Si valuta un nuovo Dpcm con le linee guida sui controlli legati al Green Pass obbligatorio a lavoro: i nodi da sciogliere in vista del 15 ottobre.
Il governo si appresta ad approvare e diramare un nuovo Dpcm in vista del 15 ottobre, data dalla quale il Green Pass diventerà obbligatorio anche a lavoro. Dipendenti pubblici e privati dovranno avere la certificazione verde per lavorare, ma a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore della stretta si teme che i controlli e le regole sui tamponi possano paralizzare il mondo del lavoro gettando nel caos uffici, imprese, aziende e attività.
Niente effetto Green Pass sulla campagna di vaccinazione
Il primo problema è rappresentato da fatto che questa volta non c’è stato un effetto Green Pass sulla campagna di vaccinazione. Il numero di prime dosi somministrate è aumentato ma non in maniera significativa. Questo significa che il 15 ottobre un considerevole numero di lavoratori si presenterà in ufficio o in azienda senza vaccino nella speranza che abbiano il Green Pass ottenuto dopo il tampone.
Green Pass obbligatorio a lavoro, in arrivo un nuovo Dpcm con le linee guida per i controlli?
Il governo ha deciso intervenire con un nuovo Dpcm per sciogliere gli ultimi nodi legati ai tamponi e ai controlli. Con il nuovo decreto il governo potrebbe fissare le linee guida per i controlli.
Tra le ipotesi c’è quella di proporre controlli giornalieri a campione su almeno il 20% dei dipendenti. Difficile che possa passare la linea dei controlli a giornalieri a tutti i dipendenti. Una procedura troppo lenta anche con l’adozione di sistemi automatici per la lettura del Green Pass.
Per quanto riguarda i tamponi invece non dovrebbero esserci novità. Il governo non è intenzionato ad accogliere la proposta di prolungare la validità minima della certificazione verde a 72 ore come chiesto da alcuni presidenti di Regione e dal leader della Lega Matteo Salvini.
I problemi pratici
Restano poi da risolvere i problemi pratici. In alcuni settori, un dipendente senza Green Pass, che quindi non può accedere al posto di lavoro, potrebbe paralizzare l’attività lavorativa. Basti pensare ad esempio ad un tecnico specializzato in un cantiere. In sua assenza i lavori potrebbero non andare avanti.
Il vaccino Sputnik e il problema dei lavoratori stranieri
Resta inoltre da risolvere il problema dei lavoratori stranieri vaccinati con Sputnik, un vaccino non riconosciuto dall’Ema. Al momento questi soggetti, pur vaccinati, non hanno diritto al Green Pass, quindi per andare a lavoro dovrebbero fare il tampone.